é quasi un mese, senza di te.

come un soffio di vento lieve nelle mattinate primaverili, il pensiero mi torna a lui, a loro.. volti noti che sopravvivono solo nella mia memoria.
Stamattina penso a te, è quasi un mese che sei volato via da noi, è quasi un mese che scendendo a casa non dico più “zia, fra quanto passa zio Emilio?”, che storia tormentata è stata la tua vita, che storia tormentata è stato il tuo modo di approcciarti all’amore. Eppure da te ho imparato che tutti sanno amare, tutti sanno regalare piccoli gesti di dolcezza, anche chi come te si nascondeva dietro una corazza di odio verso il mondo che nei tuoi confronti è stato oltremodo ingiusto. Perchè tu hai odiato tanto eppure quando mi vedevi facevi comparire un sorriso sul tuo volto segnato dal dolore, facevi partire una carezza dalle tue mani “che crfuogl’ r capill” dicevi, riferendoti alla massa informe di capelli che si affollano sulla mia testa e li accarezzavi con dolcezza. “Come va a Roma tesoro? Quando ti serve tu dimmelo che prendo la macchina e ti accompagno”, parole dette da un uomo che lottava da cinque anni contro un tumore, contro il maligno che invade e stupra le mie terre. é passato quasi un mese caro zio e so che tu sei qui al mio fianco, so che tu sei lì a guardarmi con il tuo dolce Federico, riposa con te, conscio dell’immenso amore che provavi nei suoi confronti, salutamelo, qui manca anche lui e il suo sorriso.

io ti voglio bene, lo sai, anche se non sono riuscita a salutarti, ogni volta che ti vedevo sapevo che poteva essere l’ultima e ogni mio sguardo e ogni mio sorriso erano un saluto e una dichiarazione di affetto.

 

Lascia un commento